Elisa True Crime: Episodio 29: Freeway Phantom
Radio Deejay 3/22/23 - Episode Page - 40m - PDF Transcript
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Oggi vi racconto la storia di The Freeway Phantom, il fantasma della super strada.
Nel 2020 ho aperto un canale YouTube in cui racconto omicidi, casi irrisolti e misteriose sparizioni.
Mi documento, ascolto i protagonisti, faccio le mie riflessioni.
In queste nuove puntate vi racconto le storie dei serial killer più spietati che hanno terrorizzato gli Stati Uniti negli ultimi 150 anni.
Io sono Elisa Truecrime e queste sono le storie che mi hanno particolarmente scioccata.
Oggi vi parlo di quello che è diventato noto come The Freeway Phantom, il fantasma della super strada.
È il pomeriggio del 25 aprile del 1971 a Washington DC e Carol Spinks, una ragazza afroamericana di 13 anni, sta andando al supermercato locale per fare un po' di spesa.
Era stata sua sorella maggiore Valery a chiederle di andare a fare la spesa per tutta la famiglia.
Era una commissione che Carol faceva molto spesso.
Il supermercato si trovava circa 800 metri da casa loro, non era nulla al di fuori dalla loro solita routine.
Solitamente Carol ci metteva non più di due ore per fare la spesa, ma quella volta succede qualcosa di diverso, perché Carol non tornerà mai più a casa.
La famiglia è disperata e purtroppo tutte le loro peggiori paure diventano realtà quando sei giorni dopo viene trovato il suo corpo, senza vita,
affianco alla super strada 295 alle spalle di un ospedale psichiatrico di nome Sand Elizabeth.
Il corpo di Carol viene trovato senza scarpe, le scarpe non verranno mai ritrovate, Carol era completamente vestita,
ma dall'autopsia emerge che aveva subito violenze e subito dopo era stata golata e quella era la causa della morte.
Il medico legale scopre anche la presenza di tracce di un frutto nel suo stomaco, un agrume.
Questo significava che l'aggressore le avesse dato da mangiare prima di ucciderla brutalmente.
Dall'autopsia si scopre anche che Carol fosse morta da non più di due o tre giorni
e questo porta gli investigatori a pensare che qualcuno l'avesse rapita mentre tornava a casa dal supermercato
e che l'avessero tenuta prigioniera per qualche giorno prima di ucciderla.
Diversi testimoni dichiarano di averla vista al giorno della sua sparizione mentre tornava a casa con una busta in mano piena di cibo.
Ma purtroppo, oltre queste testimonianze, i detettivi non hanno altri indizi né piste da seguire di conseguenza dopo un po' il caso si raffredda.
La comunità, i cittadini, erano spaventati da quell'avvenimento ma speravano che la morte di Carol fosse un caso isolato.
Purtroppo però non era così, perché due mesi dopo, il 9 luglio del 1971,
una ragazza di 16 anni di nome Darlinia Johnson sparisce nel nulla.
Anche lei viveva nello stesso vicinato di Carol, nella stessa zona,
e al momento della sua sparizione si stava recando all'Oxson Hill Recreation Center, un centro ricreativo in cui lavorava come animatrice.
Quella sera Darlinia avrebbe dovuto passare tutta la notte in questo centro ricreativo,
che era una sorta di centro estivo con la piscina in cui i ragazzi e i bambini passavano l'estate facendo diverse attività.
E quindi quella notte doveva stare di turno per supervisionare questi ragazzi e per questo motivo sua madre sapeva che non sarebbe tornata fino alla mattina seguente.
Ma quando Darlinia non si presenta sul posto di lavoro quella sera, i responsabili denunciano subito la sua scomparsa alle autorità.
Un testimone si fa avanti dicendo che Darlinia aveva passato il pomeriggio con il suo fidanzato prima di recarsi al lavoro,
quindi la polizia decide di interrogare questo ragazzo, il fidanzato, ma sua madre lo impedisce
Si rifiuta di far parlare suo figlio con le autorità e, onestamente, non ho trovato molte informazioni su questo, quindi volevo fare un appunto.
Darlinia era afroamericana, il suo fidanzato anche, e quelli erano gli anni 70 e c'era molta sfiducia da parte delle persone nere verso la polizia,
probabilmente la madre di questo ragazzino non ha permesso a suo figlio di parlare con le autorità per proteggerlo,
perché le injustizie che le persone nere subivano delle autorità in quegli anni in America erano davvero quasi la normalità.
Questa pista comunque non stava portando a nulla, quindi i detective spostano la loro attenzione su un altro testimone,
che afferma di aver visto Darlinia, la sera della sua aspirazione, a bordo di una macchina nera, insieme ad un uomo afroamericano che stava alla guida.
Provano quindi ad identificare l'auto o l'uomo, ma senza nessun successo.
E come se questo non fosse già abbastanza per la famiglia di Darlinia, sua madre inizia anche a ricevere delle telefonate molto inquietanti
da parte di qualcuno che praticamente la chiamava di continuo e poi non parlava.
Stava in silenzio tutto il tempo finché, un giorno, all'ennesima telefonata anonima,
questa persona dice sotto voce, ho ucciso tua figlia.
Purtroppo non si è mai scoperto chi fosse questa persona, se fosse un cretino che faceva degli scherzi se così si possono definire,
oppure no, fatto sta che circa due settimane dopo viene ritrovato il corpo di Darlinia.
Un uomo stava guidando sulla super strada 295, la stessa su cui era stato trovato il corpo della prima vittima, Carol,
quando ad un certo punto la sua macchina aveva iniziato ad avere dei problemi.
L'uomo era stato quindi costretto ad accostare nella corsia d'emergenza e, mentre tentava di capire che problema avesse l'auto,
aveva visto, poco lontano da lì, il corpo senza vita della giovane ragazza.
Immediatamente l'uomo aveva contattato le autorità, riferendogli, la cosa, ma per qualche motivo la polizia reagisce
reagisce
un paio di giorni dopo, infatti, l'uomo torna sul posto e vede con orrore che il corpo era ancora lì.
Anche a Darlinia mancavano entrambe le scarpe,
e per il medico legale è stato impossibile capire se avesse subito violenze oppure no.
Anche in questo caso comunque la causa della sua morte era s*****mento.
Anche in questo caso comunque la causa della sua morte era s*****mento.
e come nel caso di Carol, le autorità non trovano nisun indizio, non sanno che pista seguire.
ai tempi non esistevano neanche l'esame del DNA, quindi diciamo che le indagini andavano a rilento,
non si stava neanche impegnando più di tanto, ma la pressione sulla polizia di Washington
si intensifica quando otto giorni dopo viene trovato un altro corpo. Questa volta di una
bambina di dieci anni di nome Brenda Fay Crockett. Brenda viveva al sud dello stato di Washington DC
insieme a sua mamma, sua sorella Bertha, sua sorella minore e al fidanzato di sua mamma. E il 27
luglio 1971, le era stato chiesto di andare al supermercato per comprare del pane e del cibo per
il loro cane. Sua mamma le aveva detto di andare insieme alla sua amica che suppongo fosse anche
una vicina di casa, ma Brenda decide di andarci da sola e purtroppo questa sua decisione le costerà
la vita. Dopo un'ora, vedendo che la figlia non era ancora tornata, la madre si preoccupa e
immediatamente esce a cercarla insieme al suo fidanzato, lasciando la figlia minore a casa da
sola Bertha. E proprio in quel frangente suona il telefono e quando Bertha risponde, sente che
dall'altro capo della linea c'era proprio sua sorella Brenda che piangeva istericamente dicendo
le che un uomo bianco l'aveva presa, l'aveva portata in Virginia e stava tornando a casa in
taxi, ma poi improvvisamente aveva riagganciato il telefono. Poco dopo il telefono suona
nuovamente e a quel punto in casa c'era il fidanzato della madre che risponde, era di nuovo Brenda.
Il fidanzato della madre prova ad ottenere più informazioni da lei, ma senza successo.
Gli ripete quello che aveva già detto alla sorellina, cioè che un uomo bianco l'aveva
presa, è portata in Virginia e poi gli fa una domanda un po' bizzarra, gli chiede se sua madre
l'avesse vista, cioè gli chiede sai se mia madre mia vista e aggiunge anche che si trovava
da sola in una casa insieme appunto a questo uomo bianco. Il fidanzato della madre le chiede
quindi di passare il telefono a questo uomo, ma in quel momento sente in sottofondo un rumore di
pesanti passi e subito dopo Brenda dice ci vediamo e riattacca il telefono. Ma la piccola Brenda
purtroppo non rivedrà mai più la sua famiglia. Il 28 luglio del 1971 era infatti stato ritrovato
il suo corpo lungo un'altra super strada da un'autostoppista. Intorno al suo collo c'era ancora
la sciarpa con cui era stata spangolata e dall'autopsia emerge anche che aveva ricevuto violenze.
Ora le scarpe, le altre vittime erano state trovate tutte senza scarpe, in questo caso pare che
Brenda fosse andata al supermercato già senza scarpe, questo è quello che è riportato su tutti
gli articoli, ma una volta trovato il corpo i suoi piedi vengono trovati puliti come se
qualcuno gli avesse lavati prima di ucciderla o comunque prima di disfarsi del corpo. Anche in
questo caso comunque i detective indagano, tentano di capire da dove provenissero le telefonate che
Brenda era riuscita a fare, ma senza nessun successo. L'unica conclusione a cui arrivano le
autorità è che quelle telefonate fossero programmate, pensavano che Brenda fosse stata
portata a casa del killer che al contrario di quello che aveva detto la bambina secondo loro si
trovava lì nei dintorni o comunque non molto lontano da lì. Brenda al telefono aveva detto
di trovarsi in Virginia e non è chiaro il motivo di questa cosa, il Virginia si trova a circa quattro
ore di macchina da Washington e la telefonata era arrivata a circa due ore dalla sparizione di Brenda,
quindi non è possibile che fosse davvero stata portata in Virginia. Di conseguenza pensano
che il killer abbia costretto Brenda a dire quelle cose al telefono semplicemente per confondere
le acque e per depistare le indagini, cosa che stava funzionando perché come tutti gli altri
casi anche questo non trova una soluzione e dopo un po' si raffredda. Due mesi dopo la morte di
Brenda viene trovata una quarta vittima, una ragazzina di 12 anni di nome Neonomoshia Yates,
chiamata da tutti Neno. Neno viveva con la sua matrigna che aveva partorito da poco e quindi si
propone lei per andare anche lei a farla spesa quel pomeriggio. Intorno alle 7 del 1 ottobre 1971,
quindi Neno stava tornando verso casa dopo essere stata al supermercato quando anche lei viene
rapita e solo tre ore dopo viene trovato il corpo nella contea di Prince George nel Maryland che
dista una mezzoretta da Washington quindi siamo sempre nella stessa area diciamo. Le autorità
interrogano gli impiegati del supermercato in cui era stata Neno quella sera che però non sono
per niente d'aiuto. L'unica cosa che avevano visto erano dei piatti di plastica, dello zucchero e
della farina e tutte queste cose erano buttate per terra subito fuori dalla porta d'uscita che
erano tutte le cose che aveva comprato Neno quindi si suppone che sia stata rapita proprio lì nel
parcheggio del supermercato. Esattamente come le altre vittime anche Neno viene trovata senza
scarpe, aveva subito violenza ed era stata anche lei rangolata ma in questo caso specifico l'aggressore
aveva usato così tanta violenza così tanta forza da romperle l'esofago. Un altro testimone si fa
avanti dicendo di aver visto Neno quella sera salire su una Volkswagen Blue ma anche stavolta il
veicolo non vi era mai identificato. A questo punto siamo a quattro vittime tutte donne tutte più
o meno della stessa età tutte afroamericane e tutte uccise con lo stesso modus operandi. Era
chiaro che le autorità vessero davanti un serial killer ed è dopo questo quarto caso che i media
iniziano a riferirsi a questa persona come the freeway phantom, appunto il fantasma della
super strada. La gente era terrorizzata dalla cosa e volevano che le autorità risolvesse il caso
il più infretta possibile ma purtroppo ogni pista che tentavano di percorrere portava ad un
veicolo cieco. Dopo il ritrovamento del corpo di Neno non succede più nulla per un po di tempo.
Le autorità pensano infatti che il freeway phantom si fosse magari spaventato da tutta
quella attenzione mediatica ricevuta e avesse deciso di fermarsi o di spostarsi. Beh le autorità
si sbagliavano perché dopo 6 settimane invece colpisce ancora. Questa volta la vittima è una
ragazza di 18 anni di nome Brenda Woodard, un'altra Brenda che viveva insieme alla sua famiglia
sempre nel Maryland. Brenda frequentava un liceo serale e solitamente dopo lezione usciva con i suoi
compagni di classe. Il 15 novembre del 1971 infatti Brenda va a lezione e dopo va a cena insieme ad
una sua compagna di classe in un ristorante di nome Benz Chili Bowl e dopo cena sale sull'autobus
che l'avrebbe riportata a casa intorno alle 11.30. Ma purtroppo a casa non ci arriverà mai. Circa
6 ore dopo aver salutato la sua compagna di classe una gente di polizia trova per caso il suo corpo
alato di una strada. Anche lei era stata avventata, sengolata, ma a differenza delle altre vittime
lei era stata anche pugnalata più volte. Indossava un dolcevita Nero che al momento del ritrovamento
era indossato al contrario e tutti i bottoni del suo top della sua gonna mancavano, erano stati
strappati. Un'altra cosa che era diversa dalle altre vittime è che Brenda indossava le scarpe.
La polizia conclude che probabilmente Brenda aveva allottato perché aveva numerose ferite da
difesa sulle mani. Ma la cosa più inquietante è che nella tasca della sua gonna viene trovato
un bigliettino scritto a mano che vi leggo. Ve lo traduto ma in realtà la versione originale è
importante, ora vi spiego il perché. Comunque traducendolo c'era scritto questo. Questo è
l'equivalente della mia insensibilità verso la gente, specialmente le donne. Rivelerò chi sono
le altre quando riuscirete a prendermi, se mai ce la farete. Freeway Phantom. Ora in inglese chi
un che avesse scritto questo foglietto per dire l'equivalente aveva usato il termine tantamount,
che è una parola particolare. Significa appunto una cosa che è equivalente o pari a. Però è una
parola ricercata, non molto comune nell'inglese di tutti i giorni. Le autorità si soffermano su
questo proprio sulla scelta di questo termine e pensano che in qualche modo potesse essere un
indizio o un elemento importante. Ma dopo un po' l'FBI conclude che quel bigliettino non era
stato scritto dal killer come chiaramente pensavano all'inizio. Era stato scritto da Brenda stessa e a
dimostrarlo era il fatto che quella fosse la sua calligrafia. Un esperto di scrittura dichiara
inoltre che secondo le sue analisi Brenda aveva scritto quel foglietto con calma, non aveva
rilevato segni di stress o forzatura nei tratti. Questo poteva voler significare che Brenda conoscesse
la persona che l'aveva aggredita. Ma perché scrivere quelle parole? Forse per gioco? Forse non
si aspettava che l'avrebbe poi aggredita, che l'avrebbe poi fatto del male? Non si è mai capito
amici, ma onestamente la prima cosa che ho pensato quando ho letto di questa vittima è che non fosse
stata uccisa dal vero Freeway Phantom e continuando con le mie ricerche ho scoperto di non essere
stata l'unica a pensarlo, il modus operandi era diverso, nessuna delle altre vittime era mai stata
pugnalata, inoltre le scarpe. È chiaro che il Freeway Phantom avesse una fissazione per i piedi o
qualcosa del genere perché nessuna delle sue vittime è mai stata trovata indossando le scarpe
e il bigliettino, insomma troppe cose in questo caso sono diverse dalle altre vittime, non pensate?
Si teorizza infatti che il responsabile sia un copycat, un emulatore, una persona che aveva
voluto copiare il Freeway Phantom e purtroppo non sarebbe né la prima né l'ultima volta che
una cosa del genere accade. I Detectives riescono a recuperare anche due capelli trovati sui vestiti
di Brenda che analizzano come possono, ma come già detto il test del DNA non esisteva ancora e non
riescono a scoprire nulla di nuovo. Nei mesi successivi alla morte di Brenda non succede di nuovo
niente, il che porta la gente e le autorità a pensare ancora una volta che il Freeway Phantom
si fosse fermato, che Brenda fosse stata la sua ultima vittima, ma anche questa volta non era così.
Poco più di un anno dopo, il 5 settembre del 72, il Freeway Phantom miette la sua sesta,
e stavolta davvero ultima vittima. Il suo nome era Diane Williams, di 17 anni. La notte in cui
è sparita Diane era stata a casa del suo fidanzato ed era andata via intorno alle 10 di sera e per
l'ultima volta era stata avvistata da un testimone mentre aspettava l'autobus alla fermata. Il suo
corpo era stato ritrovato la mattina dopo, di nuovo lungo quella super strada, la 295,
quella vicino all'ospedale Scent Elizabeth che si trovava anche vicino a casa sua di Diane.
E come tutte le altre vittime, anche a lei mancavano le scarpe, anche lei era stata
sengolata, non c'erano segni di violenza, ma vengono trovate tracce di liquido seminale sui
suoi vestiti. All'inizio la polizia pensa che possano appartenere al fidanzato, ma quest'ultimo
nega, dicendo che quella sera non avevano avuto nessun rapporto e quindi era impossibile.
E di nuovo, ai tempi, il test del DNA non esisteba, quindi questa preziosa traccia di DNA è praticamente
inutile. Ora parliamo meglio dell'investigazione. Spesso, come sappiamo, i lerseriali hanno un tipo
di vittima precisa. Ted Bundy per esempio sceglia ragazze giovani, più o meno tutte della sessetà
e la maggior parte con i capelli castani. E anche il Freeway Phantom non era diverso in questo.
Tutte le sue vittime erano giovani donne, molto minute, tutte afroamericane che vivevano nell'area
di Washington DC, come abbiamo visto. E anche il suo modus operandi era sempre lo stesso.
Ma un'altra cosa che le vittime avevano in comune era il secondo nome.
Carol Spinks, Darlinia Johnson, Brenda Woodard e Diane Williams avevano tutte come secondo nome Denise.
Ma ovviamente poteva anche essere solo una coincidenza. Le autoritari portano anche che in 5 delle 6
vittime erano state trovate delle fibre di colore verde ed erano stati trovati dei capelli afro
negli indumenti intimi di 3 delle 6 ragazze. E questo porta alle autorità a pensare che il Freeway
Phantom fosse un uomo afroamericano. Ma amici, in generale, le indagini di questi casi non sono
state effettuate benissimo. Tutti i testimoni che gli agenti interrogavano si rivelavano
inutili. Tutte le piste che percorrevano portavano a Vicoli Cechi. E oltretutto erano arrivati alla
conclusione che i crimini fossero collegati tra loro solo dopo la morte di Neno, che era la quarta
vittima. Cioè, fino a quel momento non avevano mica capito che fosse stata la stessa persona ad
ucciderle. E per quanto possa sembrare assurda ad oggi questa cosa, ricordiamo sempre che parliamo
del 1971, in quegli anni sapevano a malapena cosa fossero i serial killer, persino Ted Bundy non
aveva ancora iniziato a colpire, in teoria. Diciamo che non era ancora stato beccato, ecco.
Comunque non era un concetto così comune come può esserlo oggi, quello di assassino seriale. Non
c'era tutta la consapevolezza e la conoscenza che c'è oggi a riguardo, quindi da un lato diciamo
che è comprensibile che non abbiano fatto subito quel collegamento. Oltretutto, proprio in quel
periodo era esploso lo scandalo di Watergate che coinvolgeva il presidente Nixon e si tratta di
uno dei più grossi scandali politici della storia americana che aveva mandato il paese nel caos più
totale. Per aiutare con le indagini, un giornale locale di Nomad Evening Star decide ad un certo
punto di offrire 5.000 dollari di ricompensa a chiunque potesse fornire delle informazioni che
portassero ad un arresto. Molte persone si fanno avanti intasando i telefoni e le caselle di posta
della rivista, ma alla fine nessuna di quelle segnalazioni si rivela essere utile. Ma non
ostante l'investigazione non abbia mai fatto grossi progressi, la polizia aveva diversi
sospettati. Vediamoli insieme. Uno di questi era un uomo afroamericano di nome Robert Elwood
Askins. Robert Askins era un uomo di mezz'età che lavorava come tecnico informatico, siete pronti,
all'ospedale Saint Elizabeth. Si pensava che quell'ospedale avesse qualche ruolo nella vicenda,
perché appunto molti dei corpi venivano trovati proprio lì vicino, quindi si pensava che il
responsabile avesse qualche connessione con l'ospedale poteva essere un paziente o qualcuno che
appunto ci lavorava. E Robert Askins sembrava corrispondere perfettamente al profilo, perché
non solo lavorava al Saint Elizabeth, era anche stato un paziente lì in passato. Ma fatevi
raccontare qualcosa in più su di lui. Nel dicembre del 1938 Askins aveva avvelenato una prostituta
di nome Ruth MacDonald usando del cianuro di potassio e il motivo di questo gesto era che un'altra
prostituta gli aveva trasmesso una malattia venerea, un'altra prostituta, neanche lei, non che questo
avrebbe giustificato il gesto ovviamente. Era quindi stato mandato al Saint Elizabeth per
essere curato, in modo da essere abbastanza sano mentalmente per sostenere un processo.
13 anni dopo, nel 1952, Askins viene incriminato per lo più di questa donna e passa diversi anni
dietro le sbarre prima di essere rilasciato nel 1958, ma solo per una falla nel sistema.
Il suo avvocato trova un cavillo, insomma, nella legge per cui riesce a farlo liberare,
prima ancora che la sua sentenza venisse emanata. Askins, una volta in libertà, passa i vent'anni
successivi vivendo una vita molto tranquilla a Washington DC, trovando appunto lavoro lì,
al Saint Elizabeth, proprio nell'ospedale di cui lui stesso era stato un paziente un tempo.
Tutto questo, però, dura solo fino al 1977, quando improvvisamente aveva rapito una donna
di 24 anni puntandole una pistola alla testa e l'aveva costretta a seguirlo fino a casa sua.
E una volta lì aveva passato ore e ore a torturarla e anche a farle violenza e a picchiarla brutalmente
prima di lasciarla libera. E questa è una cosa davvero orribile e per questo motivo la polizia
era abbastanza certa che Askins potesse essere il freeway phantom. E quello che li convince ancora
di più è che, una volta perquisita casa sua, trovano numerose foto di ragazze molto giovani,
un coltello e diverse sciarpe da donna che sono state descritte come sporche, sudice,
sporche più che altro di terra. Vengono anche ritrovati due orecchini d'oro da donna nel retro
della sua macchina, ma la cosa che più porta le autorità a pensare che fosse effettivamente lui
è il suo uso spropositato della parola Tantamount. Ve la ricordate? Quella parola era stata usata più
volte in alcuni documenti legali riguardanti le accuse di omittio di Askins nel 1950 e diverse
persone in carcere e all'ospedale St Elizabeth confermano che da quel momento era diventata parte
del suo vocabolario, usava spessissimo questa parola a volte anche a spropositor. Era una cosa
che tutti avevano notato ed era la parola usata nel bigliettino lasciato teoricamente dal freeway
Phantom. Vi ricordate? Quello ho trovato nella tasca della gonna della quinta vittima Brenda
Woodard. E come già detto non era una parola così comune quindi sicuramente è una coincidenza un
po' curiosa questa, però chiaramente non dimostra nulla, non è che uno non è libero di usare le
parole come crede perché sennò viene incriminato di omittio. Servivano prove più concrete e pur
troppo non ce n'era. Infatti dopo un po' Askins viene tolto dalla lista dei sospettati. Robert
Askins in ogni caso verrà successivamente accusato dei suoi precedenti crimini e riceverà
l'Ergastolo, passerà tutto il resto dei suoi anni dietro le sbarre e morirà nel 2010 all'età di
91 anni. Fino alla fine comunque ha sempre negato di essere il freeway Phantom affermando in un
occasione di non possedere la depravazione necessaria per commettere quel genere di crimini.
Beh oddio non è che avesse fatto cose tanto meno gravi lui eh, ma comunque. A parte Askins le autorità
avevano un'altra pista su cui per un po' di tempo si sono concentrati, ovvero i Green Vega,
che era una gang locale che all'inizio degli anni 70 aveva terrorizzato l'area di Washington
e il Maryland. I componenti guidavano una Chevrolet verde ed erano responsabili di tantissimi
studi e rapimenti nella zona in quel periodo. Che bel periodo per Washington DC. A questo punto non
so se preferisco una piccola cittadina in cui non succede mai niente o una grande città in cui
succede sempre tutto. Comunque la polizia si era focalizzata sui Green Vega dopo l'arrivo di una
chiamata anonima. Qualcuno aveva contato le autorità dicendo che appunto fossero loro i
responsabili dei delitti del Freeway Phantom, cioè loro erano il Freeway Phantom, non era
una persona sola come pensavano tutti. Dato che comunque il modo superandi tra i delitti del
Phantom e quelli dei Green Vega erano effettivamente simili, i detettivi decidono di andare nel
carcere Lorton in Virginia in cui alcuni ex membri dei Green Vega stavano scontando delle
pene per altri crimini e interrogarli. Durante gli interrogatori uno di questi ex membri decide
di collaborare. Gli dice di avere delle informazioni a riguardo, ma che avrebbe parlato solamente se
gli si garantiva l'anonimato. I detettivi accettano questa proposta, ma prima lui avrebbe dovuto
fornirli le date corrette, i luoghi precisi dei delitti e qualche informazione che solo i
detettivi e il killer potevano sapere. Cioè doveva fornirli delle informazioni che non erano
state mai rese pubbliche per dimostrargli che non stesse solo prendendo in giro i detettivi
per magari ottenere qualche sconto di pena, cose così che comunque capitano molto spesso.
Succede molto spesso che un detenuto si inventi informazioni preziosi solo per ottenere qualcosa
in cambio, ma questo detenuto invece gli dice tutto. Sapeva cose che solo il responsabile o
qualcuno vicino al responsabile di quei delitti poteva sapere. Ma amici pochissimo tempo dopo,
prima che questo detenuto parlasse, un politico che era nel mezzo della sua campagna elettorale nel
Maryland annuncia pubblicamente che presto ci sarebbe stata una svolta nel caso del Freeway
Phantom perché un informatore detenuto nella prigione di Lorton avrebbe presto parlato e,
grazie a questo genio indiscusso, il detenuto entra nel panico e decide di non parlare più.
Sapeva che se avesse parlato i Green Vega lo avrebbero fatto uccidere in tre minuti e mezzo
e quindi si rifiuta di parlare con le autorità e da quel momento in poi nega addirittura di averli
mai parlato e di avere informazioni di ogni genere. E questa era l'unica pista che avevano,
quindi senza questa il caso torna a essere un cold case. Altri due uomini considerati
sospettati nel caso erano Edward Sullivan e Tommy Simmonds. Questi due erano stati agenti di polizia
per un anno e nel 1971 erano stati condannati per aver violento e ucciso una ragazzina di
14 anni di nome Angela Denise Barnes. Questa ragazzina all'inizio si pensava fosse una
delle vittime del Freeway Phantom perché il modo in cui era stata uccisa era spaventosamente simile
e il suo corpo era stato trovato al lato di una super strada e inoltre il suo secondo nome era Denise
come molte delle altre vittime ma a parte questo non vengono trovate altre prove concrete che questi
due fossero il Freeway Phantom anche se molti sostengono che probabilmente le prove c'erano ma
venivano insabbiate da altri colleghi poliziotti corrotti per difendere Sullivan e Simmonds o
magari per non rovinare ulteriormente la reputazione della polizia. Quindi come vedete
qualsiasi indagine e qualsiasi pista non ha mai portato a nulla tutti gli sforzi sono sempre
stati bani e la cosa ha sempre devastato la famiglia delle vittime. La gente col tempo ha
perso interesse nel caso anche perché come vi ho detto in quel periodo era esploso lo scandalo di
Watergate e i telegiornali non parlavano d'altro e la triste verità è che dopo un po anche i
detective hanno perso interesse nel caso. La sorella di Carol Spinks racconta che quasi ogni
giorno si recava alla polizia chiedendo se avessero novita sul caso ma tutte le volte veniva
mandata via e la prova che alle autorità non fregasse più nulla arriva nel 1987 quando
il detective Romain Jenkins che era uno degli agenti presenti quando il corpo di Carol Spinks
era stato trovato viene promossa a sergente e la prima cosa che fa è riaprire il caso.
Beh quando riapre il caso e va a riprendere dall'archivio le vecchie prove che erano state
trovate scopre che non c'erano più. Tutte le prove sul caso del Freeway Phantom tutte erano
state accidentalmente distrutte. Il sergente Jenkins che non voleva rendersi aveva allora
contattato le FBI e aveva usato il loro file per tentare di ricostruire tutta l'investigazione.
Secondo le sue analisi il Freeway Phantom era un ragazzo solitario tra i 27 e i 32 anni che
probabilmente aveva un lavoro durante il giorno. Probabilmente conosceva anche alcune
delle vittime e per questo era riuscito a guadagnarsi la loro fiducia. Il sergente Jenkins ha tentato
con tutte le sue forze di risolvere quel caso ma purtroppo anche questa volta è stato tutto in
vano. Nel 1994 quando andata in pensione il caso era ancora lontano dall'essere risolto. Questa
serie di delitti orribili continua tutt'ora per seguitare le persone di Washington DC e spaventoso
pensare che una persona possa aver fatto del male a così tante ragazzine senza mai venir
catturato. Nel giugno del 2006 un giornalista del Washington Post di nome Wildberg del Quentin
pubblica un articolo in cui scrive che il Freeway Phantom non sceglieva le sue vittime in modo
casuale o per seguire una sua preferenza. Secondo lui sceglieva ragazze afroamericane perché
soprattutto in quel periodo c'era molto razzismo. La città ancora tremava dopo le rivolte a seguito
dell'assassino di Martin Luther King Jr. Più del 70% dei residenti del distretto erano persone
nere che non avevano alcuna fiducia nella polizia che al contrario era formato al 70%
da persone bianche. E questa sua opinione viene supportata da un ex detective di nome Tommy
Musgrove che faceva parte del corpo di polizia nel 1972 e dichiara vicito le sue testuali
parole che alla maggior parte delle persone all'interno del Dipartimento di Polizia non
fregava assolutamente niente di quelle ragazzine nere. Se quelle ragazzine fossero state bianche,
avrebbero messo molti più agenti sul caso e si sarebbero sforzati di più per risolverlo,
su questo non c'è alcun dubbio. E molte persone che pensano questo portano come esempio il caso
di altre due ragazzine scomparse proprio in quegli anni, sempre nella stessa zona nel 1975,
due sorelle bianche di nome Sheila e Catherine Lyon. A differenza delle sei vittime del Phantom,
il caso viene investigato costantemente per tantissimi anni e le prove vengono conservate
con cura e non accidentalmente distrutte. E infatti questo caso viene infine risolto nel
2017, quindi molti anni dopo, quando il killer, un uomo di nome Lloyd Welch, confessa di averle
rapite e uccise. Le famiglie delle sei vittime del Freeway Phantom non si sono mai riprese dal
dolore delle loro perdite. Valery Moore, la sorella più grande di Carl Spinks, quella che
la sera della sua sperizione le aveva ordinato di uscire a andare a fare la spesa, ha vissuto
tutta la sua vita con il peso di questa cosa e distrutta sotto la pressione del senso di colpa,
si sente così responsabile della morte di sua sorella che per anni ogni giorno ha ripercorso
il tragitto da casa sua al supermercato, sperando di venire anche lei rapita dal Freeway Phantom,
perché solo così secondo lei avrebbe potuto perdonarsi. Anche Patricia Williams, la sorella
di Diane Williams, l'ultima vittima, ha vissuto tutta la sua vita sentendosi in colpa e soffrendo
di una profonda depressione. La perdita di sua sorella l'ha devastata così tanto che ad un certo
punto aveva deciso di prendere tutto quel dolore e di trasformarlo in qualcosa di positivo, aveva
infatti deciso di diventare una gente di polizia e di occuparsi degli abusi su minori nella rea di
Washington. Ad oggi è in pensione ma ha sempre sognato di poter essere quella che un giorno
avrebbe risolto il caso del Freeway Phantom, ha sempre sognato di riuscire ad ammanettarlo
lei stessa. Tutti i membri delle famiglie delle sei vittime si sono uniti per formare la Freeway
Phantom Organization, un gruppo di supporto che serviva per aiutarli a guarire, ad aiutarsi a
vicenda, a stare meglio, a sostenersi in quel dolore che condividevano. Insieme hanno anche
lottato per mantenere sempre il caso aperto e per assicurarsi che le persone non scordassero
mai il viso di quelle giovani donne a cui qualcuno aveva strappato ingiustamente e brutalmente il
futuro. Nel 2001 il detective James Trinum riesce a riaprire le investigazioni, sperando che con
la tecnologia moderna avrebbe potuto fare dei progressi, avrebbe potuto testare il DNA, fare
cose che ai tempi non si potevano fare. Riesce infatti in qualche modo ad ottenere il campione di
liquido seminale trovato sui vestiti di Diane Williams e a mandarlo ad esaminare. Ma il medico
legale capo del Maryland non lo ha mai contattato per comunicargli i risultati. Il detective Trinum
passa i successivi anni a tentare in tutti i modi di ottenere questi risultati, ma senza successo.
Nel 2010, anno in cui va in pensione, non aveva ancora mai ricevuto un riscontro. A oggi il caso è
aperto ma purtroppo non c'è nessun detective che ci lavori e le persone hanno ormai perso le
esperanze, rassegnandosi all'idea che l'identità del Freeway Phantom non si scoprirà mai.
Perché usare Ticket Restaurant ve lo spiego io, per affettare le verdure come segna libro,
per stappare le bottiglie. Cosa fai Valerio? Fanne buonuso. Ai ragioni, Ticket Restaurant aiuta
aziende e liberi professionisti a risparmiare e lo usi ovunque anche per la spesa. Fanne buonuso.
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1971, Washington. Un serial killer semina il terrore per le strade della capitale americana.
Le sue vittime, 7, sono ragazze afroamericane, quasi tutte minorenni. Il suo modus operandi è infliggere alle sue prede atroci sofferenze e abbandonarle esanimi su strade ad alto scorrimento prima di dileguarsi come uno spettro.
In questa puntata Elisa True Crime racconta la storia di The Freeway Phantom, il fantasma della superstrada.
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