Il Mondo: Come si vive a Mosca durante la guerra. Londra celebra l’arte eccentrica di Gilbert & George.

Internazionale Internazionale 3/24/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo della guerra in Ukraine a vista da Mosca e della coppia di artisti Gilberton George

e poi dell'industria del cartone e di una serie TV.

È venerdì 24 marzo 2023.

Ci sono molte domande che i nostri amici chiedono di sviluppare i nostri amici russi russi.

Abbiamo molte compiti obiettivi comuni, ha detto il presidente russo Vladimir Putin il 20 marzo, accogliando a Mosca il presidente cinese Xi Jinping per la prima volta dall'inizio della guerra.

È stata una settimana densa di avvenimenti per Putin.

Il 17 marzo la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato dal resto contro di lui, accusandolo di crimini di guerra in Ukraine.

Dopo essere apparso in Crimea nell'anniversario dell'annessione del 2014, Putin ha fatto il suo primo viaggio in un territorio ukraine occupato dalle forze russe,

scegliendo la città di Mariupol occupata dall'esercito russo a maggio scorso.

Il 20 marzo, in fine, Putin ha accolto a Mosca il presidente cinese per una visita di stato durata tre giorni,

in cui i due leader hanno stretto una serie di accordi economici e hanno confermato la loro vicinanza politica, soprattutto in funzione antioccidentale.

Abbiamo chiesto a Orietta Moscatelli, caporetatrice esteri dell'agenzia Asuka News e analista della rivista Limes,

di raccontarci come è stato il clima durante questa visita a Mosca, dove si trova in questo momento e dove ha vissuto e lavorato per anni.

Moscatelli ha da poco pubblicato un libro sul presidente russo, Putin e Putinismo di Guerra, per l'editore Salerno.

Allora, i media ufficiali, ovviamente, hanno celebrato con grandissima fanfare la visita del presidente cinese che, nei talk quotidiani,

quelli che ormai conosciamo anche in Italia, ha oscurato di esiltura la cosiddetta operazione militare speciale,

in insomma, piccola parentesi, qui in privato usano tutti la parola guerra.

Anche qui viene percepito che addirittura filtra, insomma, tra le righe della propaganda, che questa amicizia senza limiti tra Cine e Russia,

qualche limite ce l'ha, ma in questa fase è dimuto interesse, quindi anche dimuta necessità.

Quindi si farà un pezzo di strada assieme, insomma, a fare la semplice chiara e questo è il contesto anche nei commenti del giorno dopo.

Insomma, oggi la lettura della stampa è che l'opposizione agli Stati Uniti, al loro domenio americano,

è il collante di questa amicizia che non è e non vuole essere un'allianza a lungo termine.

Poi, sul breve, ci sono i bisogni di una farta dell'altra che oggi convergono in energia,

a merci cinesi per il mercato russo colpito delle sanzioni, tutte queste cose che sappiamo.

Effettivamente, la vista di Xi Jinping è stata un grande evento per il Kremlin.

Tutto questo come viene recepito?

A un anno dall'invasione dell'Ukraine, quali sono i sentimenti dell'opinione pubblica russa?

Come un anno fa, anzi più di un anno fa, c'è una strana miscela di non vogliamo la guerra,

nel senso che ne auspica la fine in tempi brevi e lo fa sempre ogni volta che riesce a parlarne,

perché c'è una certa tendenza a non volerne parlare, te lo chiedono proprio, non voglio parlarne,

ma allo stesso tempo c'è questo sostegno generale ancora maggioritario,

e su questo ci sono pochi dubbi per le azioni del Kremlin, quindi un indiretto appoggio alla guerra.

Mosca è un po' diversa, ma Mosca non è la Russia, qui il consenso anche quello passivo è più basso,

tra i giovani io ne ho incontrato, ho cercato di incontrare tantissimi,

ci sono tanti che sono contro la guerra, sono contro Putin,

ti raccontano di quelli che sono andati via per evitare la mobilitazione,

i tecnici, gli specialisti IT, chi poteva, i giovani vogliono una vita normale,

però attenzione, sono quasi tutti sensibili al tasto della potenza del loro paese,

cioè non sono disposti a cambiare il loro desiderio di vita libera all'Occidentale,

con il superamento una volta per tutte della dimensione di potenza della Russia,

cioè la Russia deve contare nel mondo, quindi questi giovani, quando saranno adulti,

forse la vedranno anche loro in modo simile ai genitori e alle generazioni adulti da adesso.

A Mosca forse si avvertono anche meno le conseguenze della guerra,

o comunque nella vita di tutti i giorni, che cosa è cambiato dal punto di vista concreto?

Sì, è vero, si avvertono relativamente poco.

In superficie ti può sembrare che in realtà non è cambiato nulla, o comunque che è cambiato poco.

Mosca è la vetrina dell'impero, è una città enorme, moderna,

questa rete capillare davvero notevole di trasporti che funziona molto bene.

Delle sanzioni, sì, sembra in giro per i negozi, vedi un effetto russificazione, diciamo,

dei supermercati ad esempio, soprattutto per quello che riguarda il genere alimentari,

di merci occidentali in generale non riveno meno.

Una russificazione, vuol dire che poi con l'annezione della crimea,

i russi si sono messi a produrre.

Vedi che lo ci sono riusciti negli altri settori, decisamente molto meno.

Tutto costa un po' di più, però in realtà trovi quasi tutto,

tra i triangolazioni all'Occidente insomma continua sotto banco rifornire qui i negozi.

Per le strade poi ti colpisce, vedi, sfecciare questi SUV di produzione cinese.

L'atmosfera, se scendi un po' sotto la superficie, è cambiata.

Non parlo di queste ore e ore dei talkshows, di propaganda, di guerra,

ma lo senti che il tessuto sociale è sotto stress, che tanti è vero se ne sono indati,

tanti temono la nuova mobilitazione, che non è da esclutere

e in caso ne farà partire ancora tanti altri.

Quindi il clima sociale è peggiorato in realtà.

Lo chiede a te che hai vissuto a Mosca negli anni novanti,

è un periodo molto diverso per il Paese.

Possiamo dire no e anche sì, di nuovo noi, anche sì la gente si lamenta del caro vita.

Poi senti la TV che l'inflazione è più alta in Occidente

e che anche se tanto non basta, diciamo non è il centro delle preoccupazioni,

l'aggressività dei media ufficiali non si traduce in aggressività in pubblico,

non ancora perlomeno.

Certo, poi se parli con quelli che sono stati messi nella lista dei cosiddenti agenti stranieri,

allora è tutta un'altra storia, li senti la paura?

C'è una nuova stretta, un giro di vite in corso, le perquisizioni nella sede

dell'Organizzazione Memorial sono uno dei tanti episodi quotidiani,

in certi circoli è taltabile, però questi circoli sono isolati.

Poi di nuovo i giovani ti dicono che era bello quando potevi andare in strada a protestare,

insomma a fare il giovane, ti dicono che oggi è impossibile,

è l'alertà di parlare è limitata alle mura di casa,

è qualcosa che effettivamente ricorda quello che in epoca sovietica

erano le conversazioni in cucina, in cucina ti ritrovavi a dire di tutto di più contro il sistema

e poi il silenzio, ecco, è questo, il silenzio che domina e il silenzio poi scava.

Nell'incontro con Xi Jinping, il cosiddetto piano di pace cinese sull'Ukraine

poi è passato un po' il secondo piano, nell'immediato comunque niente fa pensare

che il presidente russo sia pronto a mettere fino alla guerra,

ma secondo te quando lo farà, cioè quale potrebbe essere la vittoria per i russi?

Il vantaggio di Putin anche per parte delle cose di cui abbiamo parlato

è che può permettersi di non definire un'idea o un quadro preciso di vittoria.

Il cremino continua a dire, lo fa quotidianamente, che gli obiettivi saranno raggiunti,

però poi non elabora, non elabora perché non è in grado di dire quani questi obiettivi concretamente,

almeno in tal mille territoriali, saranno lo farà, cioè metterà delle bandierine quando riterrà

che non c'è più spazio per conquistare i territoriali o se il fronte interno a un certo punto rischierà

di non reggere più cosa che oggi insomma sembra invece non essere una possibilità

o in caso la situazione economica precipiti, insomma questa è una guerra che si gioca molto

sulla tenuta del fronte interno russo. Quale sarà la vittoria?

Poi la gente qui, te lo dice, non lo capisce

ma si adegua, l'adattamento è la parola chiave.

In ogni caso, insomma, qualsiasi cosa in termini territoriali che sia meno del quadro attuale

sarebbe difficile da vendere come vittoria.

In questo momento c'è l'attesa anche il timore per una possibile controffensiva ucraina,

in questo momento c'è l'attesa anche il timore per la guerra.

Grazie.

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Un mandato d’arresto, un viaggio in territorio occupato, la visita di Xi Jinping: al termine di una settimana intensa per il presidente russo Vladimir Putin, che clima c’è a Mosca? Il Gilbert & George centre, che prende il nome dai due artisti che l’hanno fondato, sarà inaugurato il 1 aprile nel quartiere londinese di Spitalfields.

Orietta Moscatelli, caporedattrice esteri di Askanews e analista di Limes
Daniele Cassandro, editor di cultura di Internazionale

Vladimir Putin incontra Xi Jinping: https://www.youtube.com/watch?v=z4wMD5n3nls
Video Gilbert & George: https://www.youtube.com/watch?v=Ltc87BS7MDc

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